Finalborgo sorprende, sempre. D’inverno di più. E in una sera ventosa di gennaio, incanta.
L’altra sera, un maestrale lucido e teso mi ha accompagnato per il dedalo di strade medioevali che lo compone, accarezzando le mura e le torri medioevali e raccontando una storia fatta di domini e signorie ieri, e di conservata bellezza oggi. E così, naso per aria a fiutare i profumi del mare e a stupirsi della bellezza delle linee di pietra, sono arrivato fino al “Rogo”. Fondamentalmente per “incassare” una promessa, quella che Piero de Luca mi aveva fatto nel nostro ultimo incontro. E così ho ho piacevolmente scoperto che Piero De Luca - dei Big Fat Mama - oltre ad essere un tassello fondamentale del blues italiano, è un musicista di parola, capace di onorare la promessa di farmi avere il CD "Beware of the Wolf", tributo dei Big Fat Mama" a Howlin' Wolf, ormai assolutamente introvabile. Ecco, questo CD lui l’ha trovato per me, e me l’ha portato in una serata che – prima del concerto che si svolgeva nel locale – si è srotolata in un insieme di chiacchiere, ricordi e buon cibo. Mi incanto tutte le volte a sentire i racconti della sua lunga carriera, le aperture ai grandi del blues internazionale, le amicizie comuni che raccontano di come il Blues altro non sia che una nastro di emozione che unisce persone, luoghi e cose. E dopo le chiacchiere, il concerto come sempre ha completato la magia. Ai suoi compagni di blues, Antonio Candy Rossi, mago della chitarra elettrica, e Antonio Cujo Piccardo alla batteria, si sono uniti per alcuni pezzi le armoniche di Marco e Paolo dei Blues'n Bossa e - a sorpresa - la straordinaria voce della giovanissima Margherita Zanin, che neanche i postumi del raffreddore sono riusciti a smorzare e a non far emergere come una promessa straordinaria. E’ sempre un piacere sentire come siano capaci di miscelare con armonia i classici del blues, di Muddy Water, Sonny Boy Williamson, ecc., con pezzi assolutamente originali e come – senza eccessi e virtuosismi – diano la dimostrazione di avere raggiunto una maturità che non può essere se non il risultato di studio e lavoro di anni di carriera. Gli ‘effetti’ si sono sentiti per tutto il concerto (e anche dopo!), facendomi sentire…come dire, facendomi sentire completamente a mio agio. Volete sapere come è finita? E’ finita che ci siamo dati tutti appuntamento al prossimo concerto e che ripercorrendo a ritroso le stradine buie e affollate solo di vento ho pensato che davvero il Blues cammina, sempre. Anche dal Mississipi a Finalborgo, se è il caso… |